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DAVIDE LIBERO











Per la partita decine di tifosi multati.

 

Tratto da "Il Romanista"

 

La partita in questione è Roma-Lecce, la sud romanista organizza una coreografia, si prende i complimenti della società ma poi....
...Beh, sapete qual è il colmo? Decine di ragazzi sono stati multati di 172 euro dalle forze dell’ordine per aver tentato di introdurre quegli stessi colori che la società adesso esalta. Il motivo? Non erano autorizzati.
Già. Comprensibile. D’altronde, il giallo e il rosso perché mai dovrebbero esserlo, quando all’Olimpico gioca l’As Roma? Paradossi. Aberrazioni. Cortocircuiti. Uno schifo. Racconta Andrea (il nome è di fantasia, e ci mancherebbe altro con i tempi che corrono): «Portavo con me un foglio di materiale plastico di colore giallo. Mi hanno fermato, mentre un mio amico è riuscito a entrare lo stesso. Mi hanno portato al posto di polizia dell’Olimpico e mi hanno contestato la violazione del regolamento d’uso». Vediamo un po’. Cosa dice quel regolamento? «È vietato - si legge - introdurre nell’area riservata dello stadio striscioni e qualsiasi altromateriale ad essi assimilabile, compreso quello per le coreografie, se non espressamente autorizzato». Ragioniamo. Un singolo foglio di plastica è materiale per le scenografie? Se sì, allora potrebbe esserlo anche un foglio di carta strappato da un blocco, dove uno magari vuole prendersi degli appunti. Esempio: un giornalista che vuole raccontare una giornata in Curva. E poi una domanda: perché sono stati fermati solo alcuni tifosi? Se qualcuno ha sbagliato, hanno sbagliato tutti. Tutti. La Curva intera. A rigor di logica, se proprio vogliamo rispettare le leggi fino in fondo, le forze dell’ordine sarebbero dovute entrare in Curva Sud e multare migliaia di persone. O no? Commenta l’avvocato Lorenzo Contucci, che assiste qualcuno dei ragazzi multati: «Quanto accaduto domenica è la testimonianza del clima plumbeo che si respira nei nostri stadi. Faremo ricorso al Prefetto».
Il problema sta tutto lì, nell’autorizzazione. Pare facile? Vediamo. L’8 marzo 2007 l’Osservatorio sulle manifestazioni sportive ha partorito una determinazione cervellotica. La norma prevede che «almeno 7 giorni prima dello svolgimento della gara» vada fatta «apposita istanza, anche mediante fax o e-mail, alla società che organizza l’incontro». Nella richiesta bisogna specificare «le dimensioni e il materiale utilizzato» per la realizzazione della scenografia, «il contenuto e la grafica compendiati in apposita documentazione fotografica», «il settore», «le modalità e i tempi di attuazione». Finito qui? Macché. Leggete un po’: «La società, in relazione alla già cennata esigenza di curare la “qualità dello spettacolo” (qualità?, ndr) informerà, senza ritardo, della istanza pervenuta il Dirigente del G.O.S. (il Gruppo Operativo di Sicurezza, ndr)».E poi basta? Assolutamente no. «Acquisito anche per le vie brevi il parere delle Amministrazioni interessate, si provvederà, non oltre i 5 giorni prima dello svolgimento dell’incontro, a concedere il “nulla osta”». Ovviamente, solo a certe condizioni. Eh, ci mancherebbe altro... «All’interno del gruppo identificato dal materiale non deve essere presente una o più persone soggette a divieto di accesso agli impianti sportivi». Chiaro? Quindi, se un daspato o un diffidato fa parte del gruppo che fa la richiesta, addio autorizzazione.
Appare vagamente incostituzionale. Ma appena vagamente. Il bello è che il procedimento mica termina con il nulla osta. «La società che ospita l’incontro - si avverte sulla determinazione - comunicherà per iscritto le determinazioni assunte al richiedente». Già che ci sono, potrebbero affiggerle ai cancelli del prefiltraggio.

 

D. Galli