Si conclude (parzialmente) una delle tante vergognose pagine di accanimento giudiziario nei confronti degli ultras: a Rimini una simbolica sfilata con uno striscione in ricordo di un ragazzo scomparso, aveva portato a daspo e processo per "manifestazione non autorizzata". Si spera che presto anche le altre 15 ridicole accuse ancora in piedi, decadano ugualmente. Un tifoso riminese 40enne è stato assolto dal giudice Alessandra Ferrara dall’accusa di essere uno dei promotori della manifestazione non autorizzata del 14 aprile 2007, il giorno del derby con il Cesena, all’incrocio tra via Pascoli e via Lagomaggio in onore di Marco Caruso, ultrà della Curva Est deceduto il 10 maggio 1997. In quell’occasione 150 tifosi del Rimini Calcio avevano partecipato a un sit-in per poi sfilare, scandendo slogan da stadio, dietro allo striscione dedicato al ragazzo prematuramente scomparso. Era un’iniziativa polemica indetta per protestare contro il divieto di poter portare lo striscione commemorativo e già esposto senza problemi anche in altri stadi italiani, compreso il “Romeo Neri”. Nonostante ciò il supporter biancorosso sta ancora scontando una pena amministrativa: non partecipava manifestazione sportive da 4 anni. Nel frattempo l’inchiesta va avanti e coinvolge altri 15 tifosi, tra i 22 e i 56 anni, che si ritroveranno nei prossimi giorni in aula per le battute finali del processo. |