Stesso presidente, stessa composizione del collegio, stesso procuratore generale. A pronunciare il verdetto che metterà la parola fine al processo per i fatti della scuola Diaz del luglio 2001 sarà il secondo collegio della quinta sezione della Corte di Cassazione, gli stessi giudici che qualche settimana fa hanno assolto Marcello Dell’Utri dal reato di concorso esterno in associazione mafiosa. A presiedere la Corte sarà il giudice Aldo Grassi, storico esponente di magistratura indipendente, la corrente più conservatrice della magistratura. Anche il procuratore generale è lo stesso del processo a carico del fondatore di Forza Italia. Si tratta di Francesco Iacoviello, che qualche mese fa ha chiesto l’assoluzione anche per l’ex capo della polizia Gianni De Gennaro, accusato di avere fatto pressioni su Francesco Colucci, all’epoca questore di Genova, affinché ritrattasse la sua testimonianza sull’arrivo di Roberto Sgalla (all’epoca capo ufficio stampa della Polizia) alla scuola Diaz. Ora a Iacoviello spetterà la requisitoria relativa alle violenze all’interno della scuola, dov’erano alloggiati 93 noglobal, sorpresi nel sonno e massacrati di botte la notte del del 21 luglio 2001 ai falsi e alle bottiglie molotov introdotte nella scuola proprio dalla polizia. Il processo di appello si è chiuso nel maggio 2010 con 25 condanne di colpevolezza che hanno colpito anche alcuni altissimi funzionari della polizia di Stato. Fra loro l’attuale responsabile della Divisione centrale anticrimine Francesco Gratteri (condannato a 4anni per falso), Giovanni Luperi, ex vicedirettore Ucigos (quattro anni per falso): Gilberto Caldarozzi, oggi numero uno del servizio centrale operativo (quattro anni per falso); Spartaco Mortola, ex capo della Digos genovese e nel frattempo promosso questore (tre anni e otto mesi per falso); Vincenzo Canterini, ex comandante dei celerini romani in pensione con il grado di questore (5 anni per falso). In primo grado invece, la Corte presieduta da Gabrio Barone (anche lui esponente di magistratura indipendente) aveva assolto i “vertici” della Polizia condannando 13 poliziotti solo per i pestaggi. Tra gli esponenti di spicco di magistratura indipendente c’è Cosimo Ferri quarantenne togato del Csm (il più eletto dei magistrati all’ultima tornata elettorale), fratello di Fippo Ferri, funzionario della squadra mobile condannato a 3 anni e 8 mesi nel processo di appello per i fatti della Diaz. Sono entrambi figli del magistrato ed ex ministro Enrico Ferri, famoso per aver introdotto il limite dei 110 all’ora in autostrada. “Difficile comprendere quali siano le dinamiche di assegnazione dei processi – commenta Francesco Guadagnucci, il giornalista del Resto del Carlino picchiato quella notte dentro la scuola – per cui non vorrei dare giudizi non corretti. Resta invece una preoccupazione più generale rispetto a questa sentenza che ormai ci portiamo dietro fin dalla sentenza di appello”. “Le istituzioni e il potere politico dopo il processo d’appello – dice Guadagnucci – hanno spostato l’attenzione dalla sentenza dove minuziosamente sono stati ricostruiti i fatti al processo di Cassazione, come se nutrissero una grande aspettativa rispetto al fatto che a Roma le condanne possano essere cancellate”. Guadagnucci, insieme agli altri esponenti del comitato Verità e Giustizia per Genova, che in questi 11 anni ha cercato di tener viva l’attenzione sui processi del G8, cercherà di essere a Roma per il rush finale: “Ma sicuramente non potremo essere lì per cinque giorni. Anche il fatto che siano stati fissati ben cinque giorni consecutivi di udienze è secondo noi un’anomalia, che crea una situazione di eccezionalità che non comprendiamo”. |