QUELLA NOTTE CON IL TERREMOTO |
TRATTO DA "NON C'E' FEDE SENZA LOTTA" N°79 |
E’ piena notte, come sette anni fa, la terra torna a scuoterci, la paura ci riversa in strada, alle quattro del mattino a Teramo sembra mezzogiorno. I nostri visi vigili, gli occhi e le parole, cercano gli altri, la condivisione diventa essenziale, perche’ si e’ impotenti. Per pochi istanti le nostre certezze materiali lasciano il posto alla sola certezza dell’altro, del vicino, ci si sente rassicurati dalla presenza umana come ormai nessuno e’ quasi piu’ abituato. Le immagini, degli “sciacalli” della spettacolarizzazione dell’evento, ci portano in luoghi dove lo stesso ha cancellato tutto. Siamo improvvisamente piccoli, la natura ci ha svegliato nel pieno della notte per ricordarci che non contiamo niente, che i nostri egoismi materiali possono essere cancellati da un momento all’altro, e l’unica certezza siamo noi tutti, qui per strada, questa notte, i nostri visi e le nostre paure. Dovremmo ricordare spesso quella notte con il terremoto, ricordarla quando voltiamo la faccia dall’altra parte, quando rimaniamo indifferenti di fronte alle ingiustizie, alle disparita’ sociali, quando permettiamo a qualcuno, con la complicita’ del nostro silenzio, di fare man bassa della nostra terra per i propri interessi. Non guardiamo solo a quello che ci appartiene e ci riguarda personalmente, allarghiamo i nostri orizzonti, le nostre consapevolezze, guardiamo oltre la punta del nostro naso, riscopriamo il senso vero di comunita’ e l’orgoglio di appartenervi. Questa e’ l’eredita’ che ci lascia la notte con il terremoto, non facciamo solo slanci solidaristici fini a se stessi, ma una radicale riflessione sulle nostre esistenze e sulla preziosita’ che da esse possiamo tirare fuori, per rendere migliore, per noi stessi e per gli altri, questo nostro breve viaggio, chiamato vita. |
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