Questo è lo scenario tanto caro ai burocrati che legiferano e applicano disposizioni illiberali, liberticide e anticostituzionali. Non c’è bisogno di arrivare alla tessera del tifoso. Guantanamo è qui, tra noi. In Taranto – Spal c’è stato un succoso antipasto. Taranto – Reggiana sarà l’anteprima del neo-calcio. Il calcio dei burocrati che non rispondono a nessuno del loro operato. Quando il popolo tifoso bue lascia che la propria libertà personale, il proprio senso civico venga calpestato nel nome di un’effimera sicurezza negli stadi i risultati sono questi: multati per aver esposto uno striscione “Antonello Vive”. Poco importa dire che all’interno degli stadi non succede nulla da un pezzo. Quale messaggio violento può essere quello in ricordo di un proprio compagno prematuramente scomparso. Quale senso di sicurezza ci pervade nel momento in cui si multa qualcuno per uno striscione del genere? Come mai in trasferta quello striscione è sempre apparso e viene multato solo a Taranto? L’applicazione maniacale della Legge è il sintomo di una paranoia giustizialista che rende esplicito un disegno che va avanti da tempo: sgominare qualsivoglia alito ultras in città. Ma come tutte le iniziative tese alla propaganda si vuole mettere la polvere sotto il tappeto colpendo pochi noti, i soliti, sempre gli stessi che più di altri ci mettono la faccia e l’impegno. La tipologia stessa della tifoseria rossoblu, anarchica e slegata, rende assai vane queste puerili iniziative repressive. In Inghilterra (il tanto decantato modello inglese non prevede tessere del tifoso, biglietti nominali e gli striscioni mai stati aboliti) gli scontri tra hooligans si sono spostati solo qualche isolato più in là rispetto agli stadi. Tutti sanno ma tutti tacciono. Perché fa comodo così. Gli ultras passano il testimone. Nelle prossime domeniche si rispetteranno i posti assegnati, non si monteranno striscioni, non si occuperanno le vie di fuga. In parole povere, si rispetterà la Legge. Per troppi anni la “tifoseria” ha delegato gli ultras all’incitamento, beandosi ipocritamente quando venivano sottratti striscioni agli “odiati” rivali, additando loro tutto il marcio possibile quando alcune condotte andavano sopra le righe. Lo show è finito, si chiudono i battenti, si abbassa il sipario. Tutto ha un inizio e una fine. Chi si bea di definirsi tifoso faccia il suo dovere, anche spontaneamente. Se ne sarà capace, ovviamente. |