Pierre è un gigante di quasi due metri. Ha 19 anni e la pelle nera. È autistico e non parla. Ma quando lo fermano in una strada di Verona, in zona Santa Lucia, i poliziotti di pattuglia si insospettiscono. E chiamano immediatamente il 118: il medico dell’ambulanza e gli agenti pensano che Pierre sia uno spacciatore. Sospettano che abbia ingerito ovuli di droga. All’ospedale Borgo Trento il paziente arriva “in stato di incoscienza”, si legge nel referto del pronto soccorso. Scattano gli esami. Tra cui una radiografia al torace e all’addome. Degli ovuli non c’è traccia. Questa storia accade il 22 settembre. Pierre è un ragazzo nato in Italia, figlio di immigrati africani. Suo padre, Valentin, è uno psicologo della Costa D’Avorio. Ma non trova lavoro, e fa il panettiere. Sua madre, che si fa chiamare Giovanna, è originaria del Camerun, e ha studiato medicina senza laurearsi. Vivono in Italia da oltre trent’anni e hanno quattro figli. Pierre è il secondogenito. Il medico che lo cura, Massimo Montinari, sostiene che il suo autismo è dovuto alle vaccinazioni che ha fatto da bambino. Quel sabato mattina Pierre è con sua madre: hanno appena finito di fare la spesa nel supermercato Lidl. Aspettano l’autobus, ma a Pierre scappa di andare in bagno. E si allontana. La madre lo segue con le buste della spesa, lo perde di vista. Pierre è scomparso. Giovanna chiama il marito, che a sua volta telefona al 113. Dopo mezzora, scoprono che loro figlio è in ospedale, dove era stato portato a mezzogiorno. Il medico di guardia, Alessandra Consolaro, scrive sul referto: “Il medico del 118 e i poliziotti mi pongono il problema di ingestione di ovuli”. E aggiunge quattro punti interrogativi, come a dubitare di questa possibilità. Quarantaquattro minuti dopo la dottoressa annota ancora: “Identificato il nome del paziente, soffre di autismo, avvisati i genitori “. Ma gli esami, ormai, sono stati fatti. Racconta la madre: “L’ho trovato narcotizzato e con un ago nel braccio. L’abbiamo riportato a casa quel pomeriggio stesso. Ma il giorno dopo aveva una reazione allergica ai farmaci, il collo rosso. E soprattutto non voleva uscire di casa, aveva perso il senso dell’orientamento, non capiva dove si trovava “. “Rischiamo di buttare tutto il lavoro fatto in anni di terapie - spiega adesso il dottor Montinari - Pierre potrebbe non recuperare più. Si fida di pochissime persone, io lo visitavo senza camice per non spaventarlo. Questi ragazzi hanno il terrore dei camici bianchi. È stato narcotizzato senza alcuna autorizzazione. È aberrante. Hanno sospettato di lui perché non sa comunicare o forse solo perché ha la pelle nera? E i farmaci che hanno usato sono controindicati, perché Pierre è come tutti gli autistici un paziente fortemente allergico”. Nessuno si capacita di come sia stato possibile scambiare quel ragazzone per uno spacciatore. “Una pattuglia lo ha considerato un trafficante di droga - continua Montinari - come è possibile che non si siano accorti che si trattava di un ragazzo autistico? Anche un ignorante si renderebbe conto del problema di questo ragazzo, è assurdo che i medici non lo abbiano capito. Non so chi siano i poliziotti che l’hanno fermato, cercheremo di scoprirlo. Dobbiamo capire su quale base hanno ipotizzato che Pierre potesse avere degli ovuli nello stomaco”. Adesso la famiglia sta preparando la denuncia, contro i poliziotti e contro i medici. “È impossibile scambiare nostro figlio per uno spacciatore” dicono i genitori. “Ha perso tutte le capacità relazionali che aveva acquisito, non vuole più uscire di casa. Mentre prima era contento di fare due passi. E adesso è terrorizzato”. |