LA VERGOGNA |
TRATTO DA "NON C'E' FEDE SENZA LOTTA" N°112 |
Un profondo e amaro turbamento interiore. Non sono le parole e il giudizio degli altri, quello non ci tocca ormai da tempo, anche perche’ non ci sentiamo in dovere di dare spiegazioni a uno stuolo di benpensanti che pensano di gestire le gabbie sociali dei contesti urbani, come gestiscono il giardino di casa. La scritta che ha deturpato la fontana di Picette ha le nostre mani ma non la nostra volonta’ e forse la cosa messa cosi’ puo’ apparire ancora piu’ grave, perche’ indipendentemente dalla mano che l’ha realizzata vuol dire che in mezzo a noi qualcosa non e’ passato, manca qualcosa e la colpa e’ nostra, di tutti come gruppo. La mano si e’ mossa nella buona fede di un ricordo che fosse tangibile e rintracciabile. Il luogo in cui lasciare tale traccia rende ancora piu’ colpevoli noi tutti perche’ abbiamo dato per scontato cio’ che scontato non e’. La vergogna e’ una sensazione che si nutre solitamente rispetto al giudizio altrui, nel nostro caso la proviamo solo nei riguardi di un pezzo di storia della nostra citta’ che la nostra stupidita’ e leggerezza non sono riusciti a salvaguardare. Come detto sopra, per quanto riguarda il resto non ce ne frega un cazzo di chiacchiere o giudizi da tastiera, avremmo apprezzato molto di piu’ che qualcuno ci avesse detto in faccia quello che pensava, avrebbe meritato il nostro rispetto, ma lo sguardo e’ qualcosa che nessuno e’ piu’ in grado di sostenere, meglio marcare la presenza sui social come un cane contro la pianta, ma almeno il cane la faccia ce la mette. Ci assumiamo totalmente la responsabilita’ del gesto ed e’ inutile dire che ci stiamo muovendo per cercare di ridare a Picette l’aspetto che aveva, la scritta si cancella, molto piu’ tempo ci vuole per rimarginare le ferite che ci corrodono dentro e alle quali dobbiamo obbligatoriamente rendere conto per non sentirci mai piu’ cosi’. |