Ancora una volta non ci troviamo a parlare di calcio, di ritiri, di “amichevoli”, di acquisti e di cessioni, di aspettative, di derby, di eterne illusioni. Ancora una volta ci troviamo a riflettere di provvedimenti insensati che limitano ulteriormente la nostra sacrosantaLibertà -di per sé già molto limitata- e compromettono la nostra dignità. L’anno scorso, fra lo stupore generale, grazie al protocollo d’intesa siglato dal Ministro degli Interni, dal ministro per lo Sport, dalla FIGC e dalle varie Leghe (e dietro alcuni “suggerimenti” arrivati da diversi gruppi Ultras) era stato fatto un deciso passo avanti rispetto agli ultimi dieci anni (circa) di calcio “giocato” sugli spalti, per tante ragioni i peggiori in assoluto per lo sport più bello e amato del mondo. Un periodo scandito da tessere inutili, dannose e dispendiose, divieti vessatori, strumenti repressivi e utili al controllo di massa, fallimenti, meccanismi perversi, ripescaggi e provvedimenti controproducenti. Gli stadi italiani si erano di fatto svuotati (di tifosi “moderati”, famiglie e giovani in particolare, ma anche di principi e di valori). Questo proprio a causa di una politica anti-sociale caratterizzata da logiche economiche/repressive, e non certo per la violenza degli Ultras, decimati e impossibilitati perfino a esprimere la propria opinione, alla faccia della tanto decantata Costituzione. Perfino i fautori della tessera del tifoso a un certo punto avevano dovuto alzare bandiera bianca tornando sui propri passi. Così, grazie alla “normalizzazione” degli strumenti del tifo e alla riapertura delle trasferte anche ai tifosi non tesserati, gli stadi avevano ricominciato ad assomigliare a quelli di tanti anni fa: pieni, caldi, magici. Purtroppo però, mentre si cominciava a riassaporare l’atmosfera elettrizzante e coinvolgente che in passato aveva caratterizzato gli stadi italiani di ogni categoria, e alla quale moltissime tifoserie europee hanno attinto per poi sfoggiare coreografie e prestazioni incredibili (e soprattutto fattibili!), da quest’anno una nuova circolare “costringerà” le società ad applicare un ulteriore codice comportamentale molto limitativo. Un nuovo balzello utile soprattutto a quei presidenti che da sempre vorrebbero agire senza regole e -in primo luogo- senza contrasti esterni. Un codice introdotto oltretutto nel silenzio più totale e fra l’indifferenza generale (a ora non sono molti i tifosi e gli Ultras al corrente di questa nuova gabella). Un nuovo strumento discriminatorio e di natura poliziesca, quasi non bastassero tutti quei provvedimenti repressivi, arbitrari, e per certi versi anticostituzionali (parliamo di DASPO, Sorveglianza Speciale, Art. 9, Foglio di Via, Tessera del Tifoso, ecc.) applicati sempre più spesso negli ultimi anni. Sistemi diabolici adottati dalle Questure nei confronti dei tifosi in maniera piuttosto discrezionale e spesso senza un regolare processo. Uno strumento, il codice etico, che potrà essere adottato/esercitato proprio da quella categoria di dirigenti che ha quasi azzerato il calcio italiano (se non c’è riuscita in maniera definitiva, sia chiaro, è proprio grazie al contrasto esercitato in tutti questi anni -e in maniera legittima- dai gruppi organizzati). Attenzione, stiamo parlando di un nuovo strumento che in termini di sicurezza non aggiungerà nulla! Semplicemente darà la possibilità a un presidente di calcio (che è un amministratore provvisorio di un patrimonio del territorio, non lo dimentichiamo) di escludere ed eliminare tifosi ritenuti scomodi o -semplicemente- troppo lungimiranti. Ecco alcuni passaggi del Codice Etico emanato da Cellino & C.: - (il tifoso, ndr) rispetta il risultato sportivo conseguito dalla propria squadra sul campo. È consapevole che l’avversario persegue lo stesso obiettivo della conquista della vittoria e, quindi, condivide con lui le gioie per i successi e le sofferenze per le sconfitte con senso civico, passione sportiva, e rispetto dell’antagonista…; - ripudia la violenza in ogni sua espressione e non tollera l’utilizzo della forza per l’esternazione delle proprie idee…; - …si confronta con i sostenitori delle squadre avversarie senza alcuna volontà di sopraffazione…; - deve dare sostegno e incitamento ai giocatori della propria squadra e non si lascia coinvolgere dalle eventuali provocazioni che possono provenire da teppisti e delinquenti (del resto chi non sognava un derby come “Brescia vs Atalanta”, oppure come “Brescia vs Verona” con cori di apprezzamento da entrambe le parti!?, ndr)…; - in occasione delle trasferte della propria squadra si relaziona con l’Ufficio SLO (Supporter Liaison Officers) della società, deputato ad istruirlo ed assisterlo (se ci/vi assisterà come ha fatto fino ad ora, stiamo freschi!, o meglio diffidati!, ndr)…; - può manifestare il proprio disappunto per i risultati sportivi negativi della squadra in modo civile e costruttivo, anche attraverso coreografie e/o iniziative che siano propositive, costruttive e di incitazione alla inversione di tendenza negativa della squadra (che magnanimità!, ndr); - contribuisce a migliorare l’immagine della società e della tifoseria biancoazzurra (biancoazzurra!?, noi non siamo napoletani!, ma biancoblù!, ndr), anche attraverso l’utilizzo dei social media che si occupano direttamente o indirettamente della Società, mediante plausi e/o critiche, ma senza nascondersi dietro identità di comodo o fittizie, e realizzando contraddittori leali e rispettosi dei ruoli (in poche parole, potreste essere espulsi dal pianeta Brescia Calcio anche per una semplice nota o una battuta non gradita scritte sui social, ndr). Bisognerebbe aprire poi un capitolo sulle sanzioni previste per chi viola il codice suddetto. Certo, se si leggono i codici etici di altre società (ad esempio quello della Roma) ci viene da sorridere, ma riteniamo comunque che nel “nostro” regolamento ci sia quanto basta per far piangere (d’incredulità e di rabbia, naturalmente) i tifosi bresciani, e per decretare la fine di ogni forma di espressione libera legata al nostro mondo. A questo proposito ci vengono in mente i lunghi anni durante i quali la società è stata gestita dalla famiglia C., una stirpe loffia come poche che noi abbiamo contestato in ogni maniera, in particolar modo dentro lo stadio. Di certo, se ci fosse stato allora un codice etico di questo tipo, molti di noi non avrebbero nemmeno potuto tentare di arginare lo strapotere, l’arroganza e l’ignoranza di una banda di dilettanti scalcinata e improvvisata, tanto decantata (soprattutto negli anni della serie A) quanto poi dissacrata (perfino dalla stessa stampa bresciana che l’aveva sempre appoggiata). La storia poi ci ha dato ampiamente ragione, com’è giusto che fosse. Se però la famiglia C. oltre agli sbirri, alla stampa e a certi “personaggi” avesse potuto utilizzare uno strumento diretto e inoppugnabile come l’odierno Codice Etico, con ogni probabilità ci avrebbe spediti direttamente all’inferno, senza possibilità di appello, e senza che nessuno potesse mai più salvare il Brescia. Col Codice Etico, di fatto, ci/vi sarà tolta ogni residua possibilità di protestare, allo stadio come su un comunissimo social media, salvo che naturalmente le contestazioni non convengano allo stesso presidente. Inoltre, costringerà il tifoso a subire condizioni umilianti e a dir poco dispotiche. E tutto questo col proprio esplicito consenso!!! Infatti, chi acquisterà un abbonamento sarà costretto a sottoscrivere una clausola che comporta l’accettazione integrale del Codice Etico o di Condotta (andate a leggerlo tutto cercando di rimanere obiettivi, e poi fateci sapere cosa ne pensate). Dulcis in fundo, chi fosse oggetto delle attenzioni malsane della società, e magari fosse “espulso” dallo stadio per una partita o -addirittura- per molti anni, per potervi fare ritorno dovrebbe come prima cosa scusarsi, per poi affrontare un processo senza alcuna garanzia certa all’interno delle mura stesse della società, e fra l’altro al cospetto dello SLO (manco fosse Dio), figura questa che a Brescia è interpretata in maniera grottesca da un ex ispettore della DIGOS che si è pure candidato (con risultati imbarazzanti) alle ultime elezioni comunali; fate voi... Paradossalmente, chi segue il Brescia dal secolo scorso potrebbe essere giudicato, diffidato, e infine allontanato dalla propria squadra del cuore con estrema facilità dal primo avventuriero che si insedierà in società. Purtroppo, ancora una volta si fa leva sulla fede e la passione incondizionata dei sostenitori per applicare delle norme invasive e autodistruttive, che di certo non gioveranno al Brescia, ai suoi tifosi, al calcio in generale. E sebbene ci siano società che applicano un Codice Etico più “blando” (non è il caso del Brescia Calcio, sia chiaro, che ha varato un codice comportamentale di natura poliziesca), non bisogna dimenticare che si tratta comunque di norme stringenti, liberticide, e inutili (se non ai fini societari già citati), atte a plasmare il tifoso nel tentativo di trasformarlo definitivamente in una pecora passiva e ubbidiente. Un vero e proprio stato di polizia gestito da banditi ormai conclamati, per intenderci. Per questo motivo, la nuova stagione calcistica comincerà nel peggiore dei modi. Inizierà, certo, ma -con ogni probabilità- senza di noi… Crediamo infatti si sia raggiunto il massimo dell’assurdo, andando ben oltre ogni umano limite di sopportazione e di accettazione. Forse la nostra assenza non sarà nemmeno evidenziata, oppure riempirà perfino di gioia qualche frustrato, soprattutto se la squadra inizierà a spron battuto. Quando però le maglie della repressione societaria si faranno sentire, o il presidente di turno prenderà decisioni distruttive contro ogni logica e interesse comune, probabilmente le nostre riflessioni a qualcuno torneranno in mente. Non ci aspettiamo certo che altri seguano il nostro esempio estremo, ma se dovesse accadere gliene saremmo sempre grati; il Brescia inteso come patrimonio locale gliene sarebbe grato, a prescindere dal settore di appartenenza. Per vincere questa battaglia, che alla fine riguarderà tutti, ci vorrebbe quantomeno un’unità di intenti. A chi deciderà comunque di tapparsi il naso e di sottoscrivere l’abbonamento e i vari orpelli che contiene, oltre a fargli un grosso in bocca al lupo chiediamo -quantomeno- di aspettare la fine della campagna abbonamenti, per non incoraggiare oltremodo chi ci sta precludendo i colori biancoblù allo stadio. Fatelo non tanto -o non solo- per noi. Fatelo per l’intero movimento. Fatelo per il Brescia! Avanti Ultras Sempre! Avanti Brescia Sempre… e nonostante tutto e tutti! |