Circa due anni e mezzo fa in quel di Cesena Filippo Narducci denuncia tre poliziotti. Li accusa di averlo fermato in una stazione di servizio in una sera di primavera e di avere usato nei suoi confronti le maniere forti, ovvero di averlo malmenato. Li denuncia. Oggi si ritrova lui ad essere sotto processo per calunnia, guida in stato di ebbrezza, oltraggio, resistenza e violenza a pubblico ufficiale. Potrebbe finire in galera e starci per un po’. Immagino che si sia pentito di essersi rivolto alla giustizia. Non è questo un caso isolato. Capita spesso che si fronteggiano due denunce. Da un lato quella della persona arrestata o fermata; denuncia che di solito non è suffragata da testimoni. Dall’altro quella dei poliziotti o dei carabinieri la quale è invece suffragata dalle proprie reciproche testimonianze auto-assolutorie. Il tema che ricorre anche questa volta, essendo un tema astratto e generale, è quello dello spirito di corpo. Una sorta di manto protettivo attraverso il quale si cerca di assicurarsi l’impunità. In questa campagna elettorale, oltre che di economia, bisognerebbe parlare anche delle diverse visioni delle forze politiche sul ruolo e sulla cultura democratica delle forze dell’ordine. La sindacalizzazione, necessaria e irreversibile, ha prodotto qualche cattivo esito. I sindacati autonomi prevalgono nei numeri e sono portatori di una politica corporativa. Proteggono i loro assistiti comunque. Non si preoccupano della formazione culturale democratica del personale. Gli effetti si vedono nelle strade italiane. Le forze politiche, un po’ tutte, non hanno creato argine contro questa sotto-cultura. Le polizie dovrebbero essere i primi organismi di garanzia dei diritti umani in un paese a Costituzione avanzata, come l’ha definita Roberto Benigni. Invece si immedesimano con il potere, anzichè con i cittadini. Diventano l’avanguardia del rapporto asimmetrico Stato-cittadino. Quando si fronteggiano per strada, ovviamente non durante una rapina ma nel normale svolgimento delle funzioni di ordine pubblico, un uomo in divisa e uno senza, il primo dovrebbe assicurarsi la fiducia del secondo. Dovrebbe sorridere e non grugnire. Anche questa è democrazia liberale, prof. sen. Mario Monti. |