Se proprio bisogna fare un bilancio possiamo dire che il 2012 è stato un anno importante, almeno sotto un punto di vista, pesante come un macigno di basalto: la tortura. In questi dodici mesi abbiamo iniziato a scardinare l’apparato costruito dal ministero dell’Interno per sventrare la sovversione armata, l’eteronimo De Tormentis ha preso il volto di Nicola Ciocia e con lui, la sua banda di colleghi, scelti ed addestrati per girare l’Italia per torturare. Non solo le torture del 1982, il cosiddetto anno cileno, venute alla luce, ma un vero e proprio apparato parallelo composto da molti uomini dell’Ucigos quali, oltre al già nominato Nicola Ciocia, Gaspare De Francisci, Umberto Improta e Oscar Fioriolli. Parliamo di una tortura che ha radici e anche modalità diverse dalle sevizie e dai pestaggi brutali che in questi anni hanno portato alla morte diverse persone, per mano di uomini di Stato. Insomma, non una cosa dalle caratteristiche occasionali (anche se purtroppo diffuse), ma una pratica sistematica, scientifica e pianificata dai piani alti dello Stato, su mandato del governo e con copertura politica: effettuata da squadrette che agivano coperte dall’anonimato, con l’uso di tecniche specifiche quali il waterboarding (la simulazione d’affogamento con acqua e sale), le scariche elettriche, le sevizie di natura sessuale, o ancora fucilazioni simulate, bruciature, tagliuzzamenti a persone trattenute per settimane “illegalmente” e messe sotto tortura in caserme o appartamenti appositamente usati come sala di tortura. Squadrette Non è anacronistico oggi parlare di tutto ciò: non lo è perché dei nomi già fatti in queste poche righe non tutti sono vecchi torturatori in pensione, anzi. Oscar Fioriolli questore ad Agrigento, Modena, Palermo, Genova (subito dopo il G8) e poi a Napoli è attualmente incaricato di dirigere la Scuola di Formazione per la Tutela dell’Ordine Pubblico, costituita nel 2008 «con l’obiettivo – come recita il comunicato del ministero degli Interni – di formare personale specializzato capace di intervenire con professionalità in caso di eventi che possono degenerare dal punto di vista dell’ordine pubblico, come manifestazioni, cortei ed eventi pubblici, per garantire ancor meglio la sicurezza di tutta la collettività» Ora sappiamo che proprio Oscar Fioriolli ha interrogato Elisabetta Arcangeli, tirandole i capezzoli con una pinza mentre le infilava un manganello nella vagina, come testimonia Salvatore Genova, suo collega. Il 2012 ci ha regalato un po’ di questi nomi, e non è poco. Il 2012 ha quindi portato gli avvocati Francesco Romeo e Claudio Giangiacomo a presentare la richiesta di revisione del processo che vide Enrico Triaca, torturato proprio dallo stesso Nicola Ciocia, condannato per calunnia nel momento in cui denunciò il trattamento subito. Un’istanza, depositata davanti alla corte d’appello di Perugia, il cui obiettivo è quello di far luce sull’intero apparato di polizia parallelo che aveva il mandato di torturare gli appartenenti delle organizzazioni armate rivoluzionarie. Questo 2013 ci trova in attesa di una risposta dalla corte d’appello perugina a riguardo, per poter mandare avanti questa lunga battaglia anche in un’aula di tribunale. Mi raccomando intanto non vi dimenticate il nome di Oscar Fioriolli…. |