Nel polverone del dopo Pro Patria-Milan, non sono mancati i soliti beninformati a tromboneggiare su come l'Italia calcistica sia zona franca per le intemperanze dei tifosi (quanto sia franca lo sa bene chi allo stadio ci va davvero...) o sull'immancabile Inghilterra, libera da ogni male del tifo. Beh, si vede che lor signori né leggono i giornali e né sanno di quel di cui parlano. Dopo l'ultima partita di Premier League, gli autobus che trasportavano i tifosi provenienti dal South Tyneside sono stati assaliti a Liverpool la sera di mercoledì, poco dopo aver lasciato lo stadio di Anfield, dove la loro squadra aveva appena rimediato un sonante 3-0 dai Reds padroni di casa. Alcuni razzi sono stati lanciati contro i mezzi mentre questi erano fermi nel traffico, vetri in frantumi e diversi danni di carattere "materiale", mentre nessun tipo di danno è stato segnalato alle persone. Steven Pike, uno degli organizzatori della trasferta in pullman, in viaggio con le sue due figlie di 14 e 20 anni, si è detto inorridito da questa recrudescenza hooliganistica. Il 47enne, tassista di professione, ha aggiunto che "è stato come ritornare indietro nel tempo, agli anni '70 e '80, solo che allora almeno si era sicuri che gli hooligans combattevano esclusivamente tra di loro e lontani dalla folla e dalla gente comune". Detto questo, potremmo dire che si è detto tutto su quanto sia efficace il modello inglese e a che cosa abbia portato effettivamente. Sulle dinamiche dell'aggressione, l'organizzatore specifica: "Tutto questo è successo quando uno degli autobus, che era pieno di adolescenti, si è fermato ad un semaforo rosso, mentre un sacco di ragazzi erano tutt'intorno al mezzo, al che è cominciato un lancio di mattoni e persino di un palo della segnaletica". "Una vetrata è andata in frantumi, per fortuna solo nella sua parte esterna, mentre un gruppo di persone è andato avanti nel suo assalto per cercare di accedere all'interno del mezzo. Per fortuna ciò non è successo, altrimenti chissà come sarebbe andata a finire. L'unica cosa che pensavo in quei momenti era di tenere al sicuro le mie ragazze". Nessuna scorta era presente ai fatti, secondo quanto ricostruito dal signor Pike, che ha anche affermato: "Molti ritengono fossero tifosi del Liverpool, ma nessuno di loro indossava colori del club". Anche l'editore della fanzine Seventy3, Mal Robinson, era presente sul pullman a cui è stato frantumato il vetro ed ha avuto una colluttazione con i facinorosi. "Non c'è bisogno di nulla di simile nella nostra società" - ha chiosato lo stesso - "Men che meno ci si dovrebbe preoccupare di ciò in una partita di calcio". Dave Scott, un altro dei presenti sul bus, ha aggiunto: "Ero preoccupato per quello che stava avvenendo e i più piccoli presenti sul mezzo erano letteralmente terrorizzati. "Abbiamo sentito un boato provenire dal lato sinistro del bus. Tutti pensavano che qualcosa di simile ad una bottiglia fosse stata scaraventata contro il vetro" "Alcune persone hanno poi circondato il bus ed hanno cominciato a prenderne a calci la porta di sicurezza". Un portavoce della polizia di Merseyside ha dichiarato: "L'unica cosa che possiamo confermare per ora, è che abbiamo ricevuto una denuncia per danni ad una vettura che trasportava tifosi di calcio mentre lasciava la zona di Anfield". "Il conducente di uno degli autobus che aveva chiamato la forza pubblica per denunciare l'accaduto, ha affermato che a fracassare la finestra è stato un oggetto lanciato fuori da un negozio di Fish&Chips su Stanley Park Avenue South. Le indagini sono ovviamente in atto. Questo il quadro bucolico del modello inglese. Prendete appunti, cari pennivendoli nostrani. |