La Corte europea dei Diritti dell’Uomo, ha dichiarato ammissibile il ricorso presentato da 19 parti offese per i fatti della caserma di Bolzaneto decidendo di dare al caso “la priorità” ponendo al Governo italiano una serie di domande a cui dovrà essere data risposta entro l’aprile 2013. In particolare la Corte chiede quali provvedimenti disciplinari siano stati adottati nel corso del processo nei confronti degli agenti accusati, quale sia stata l’evoluzione delle loro carriere e se siano stati pagati i risarcimenti provvisori disposti con la sentenza di primo grado del 2008. La risposta a tutte le domande va “oltre al peggiore pessimismo” dice uno dei difensori di parte civile. “Le condanne penali sono quasi tutte prescritte – spiega il legale – grazie alla mancanza di un reato di tortura nel nostro ordinamento e nei confronti degli imputati non è stato preso nessun provvedimento disciplinare cautelare, come richiesto invece dalle Convenzioni internazionali. Le carriere degli accusati hanno avuto ottima evoluzione, due capitani del corpo degli agenti di custodia, condannati, sono ora generali, e i risarcimenti non sono mai stati versati , grazie agli ostacoli frapposti dai Ministeri interessati, Interno e Giustizia, e dall’Avvocatura dello Stato di Genova”. L’avvocato ricorda anche che nel 2010 è stata approvata una legge che consente ai Ministeri di non recuperare i danni versati alle vittime richiedendoli agli agenti condannati, cosa prima obbligatoria. I ricorsi sono stati redatti dagli avvocati che hanno difeso le parti civili nel processo e anche da Valerio Onida, presidente della Corte Costituzionale fino al 2005. Ai 19 ricorsi prevedibilmente se ne aggiungeranno molti altri (le parti offese nel processo Bolzaneto sono oltre duecento) dopo la sentenza di Cassazione prevista per il 10 maggio 2013 e analogo ricorso sta per essere presentato, per motivi simili, dalle parti offese della scuola Diaz. |