Nel pianeta calcio italiano, avviato verso una deriva infinita, poco o nulla sembra cambiare. Quando e se qualcosa cambia, cambia sempre e solo in peggio. In quanto al mondo pallonaro della Serie C lo stato è, da lustri, comatoso. Nulla conta il fatto che il presidente di turno si eserciti pedissequamente a inondare il contesto di fiumi di parole, alle quali non seguono soluzioni e fatti concreti. In terza serie nazionale i tifosi assistono, con rabbia crescente mista a disincanto, all’opaco scenario che si reitera con regolarità svizzera a ogni inizio di stagione. Anche la Lega Pro targata Francesco Ghirelli non è riuscita a sfuggire alla regola. Oggettivamente è finita in panne. Il panorama della C è costellato da fideiussioni farlocche, fallimenti incombenti, squadre che non scendono in campo (Pro Piacenza) o schierano la formazione Berretti (Matera) impallinata dal fortunato di turno (Reggina), discutibili passaggi di proprietà in pieno corso di campionato (Lucchese), penalizzazioni a go-go e mancato rispetto delle comuni regole di buon senso. Tutto sembra proprio andare a rotoli. Il torneo di serie C sarà falsato per l’ennesima volta, a dispetto dei fiumi di parole con cui si cerca di imbambolare il contesto. Intanto la categoria affonda sempre di più nella melma. Le classifiche sono, ormai, solo un’opinione. Purtroppo per i tifosi non si intravedono, all’orizzonte, personaggi pronti a mettersi veramente in gioco per cercare di rovesciare il tavolo. Nel calcio, come nella vita, ci sarebbe un disperato bisogno di “leader che non siano innamorati del denaro, ma della giustizia e che non siano innamorati della pubblicità, ma dell’umanità” come diceva Martin Luther King. Sarà mai possibile intercettare umani in grado di cambiare davvero le cose, alle nostre sfiancate latitudini? Capaci di dire quello che pensano e di pensare quello che dicono? Animati dalla voglia di restituire ai tifosi il rispetto e il calcio che si meritano? L’utopia ci porta ancora a sperare che, prima o poi, qualcuno possa cambiare le cose per davvero. E se non ora, con i venti di crisi che soffiano peggio della bora, quando? |