Sono passati 18 anni da quella tragica giornata in cui Vincenzo Spagnolo, tifoso Genoano, perse la vita a seguito di una coltellata inferta da un tifoso milanista. Questo evento segnò indelebilmente il movimento ultrà, che si interrogò a lungo sull’accaduto, arrivando anche a tentare di delineare un limite da non superare mai più. Molte tifoserie, tra cui la nostra, si schierarono contro l’utilizzo di questo tipo di armi. La generazione Ultras che stava nascendo in quel periodo ha vissuto come spartiacque quel 29 gennaio, sembrava avesse segnato veramente un cambiamento unitario nei confronti di tutte le tifoserie, ponendo fine ad agguati ai tifosi normali e regolamentando gli scontri alle mani. Il problema a nostro modo di vedere è che alcune piazze grandi, non riuscendo a reggere il confronto numerico che le vedeva contrapposte a tifoserie anche più piccole, ma che avevano fatto della compattezza il loro punto di forza, hanno deciso pian piano di alzare il limite dello scontro a loro vantaggio, cambiando così quelle regole scritte 18 anni fa'. A Marassi 2 anni fa, in occasione dell'anniversario di Spagna esponemmo lo striscione: “Difficile stabilire dove ci dobbiamo fermare, ultras è vita non lo dobbiamo dimenticare.” Per questo motivo siamo qui a ricordare la morte di Vincenzo, affinché non si ripetano più episodi del genere. |