Tessera del tifoso. Sono passati 3 anni da quando queste parole sono entrate nel mondo delle tifoserie. Ormai ogni tifoso di calcio che vuole seguire la propria squadra del cuore in trasferta o che vuole sottoscrivere un abbonamento per le gare casalinghe deve necessariamente aderire a questo provvedimento voluto dall’ex ministro Maroni. I motivi, secondo il suddetto ministro, sono da ricercarsi nei vantaggi che si dovrebbero riscontrare in termini di sicurezza. Usiamo il condizionale perché è proprio questo l’oggetto della discussione. Cosa è realmente cambiato? Prenderemo in considerazione le categorie calcistiche di professionisti ed innanzitutto c’è da fare una distinzione tra le prime serie (A e B) e le altre (lega pro). Sono molti di più (in termini percentuali), quasi la totalità, i tifosi di A e B che hanno aderito a questa iniziativa, soprattutto perché i controlli sono molto rigidi; e, allo stesso tempo, proprio per le più morbide misure di sicurezza, sono molti di più ultras della lega pro a scegliere di non far parte dei “tesserati”. Questo dato è già molto indicativo. In realtà da sempre gli scontri tra tifoserie si verificano con più frequenza nelle categorie meno nobili, eppure sono proprio queste a essere meno sorvegliate. Il cambiamento radicale annunciato da Maroni, e che tutti erano certi di raggiungere, era semplice e molto accattivante: Mai più trasferte vietate per i tifosi; i possessori della tessera del tifoso avrebbero dovuto poter assistere a qualunque match della propria squadra. Non si escludeva neanche la possibilità ai supporter di prender parte alle partite definite a bollino rosso, come ad esempio i derby più sentiti e più “pericolosi”. Solo parole. A tutt’oggi, ed è storia degli ultimi mesi, abbiamo assistito a gare a porte chiuse, spostate in campi neutri e addirittura con il divieto di giocarle nella regione di origine. Partite di calcio anticipate o posticipate per evitare che tifoserie avversarie si incontrino lungo le autostrade. E gli scontri tra tifoserie? La volontà era di cancellarli completamente, ed invece continuano. In tutte le categorie! Spesso, la domenica, riceviamo notizie di battaglie vere e proprie di ultras con le forze dell’ordine o di tifosi venuti al contatto. Secondo molti, però, i dati indicano una riduzione degli scontri dall’inserimento del provvedimento Maroni. Seppur questi dati fossero reali, c’è da dire che non esiste un vero e proprio trend, non è una funzione matematica elementare. Ci sono delle condizioni e delle variabili particolari per cui si verificano episodi del genere. Negli ultimi anni si è passati anche ad una nuova organizzazione delle categorie e dei gironi, proprio per evitare incroci pericolosi. Non si può affermare con assoluta certezza che sia solo ed esclusivamente merito della tessera del tifoso ed in ogni caso gli scontri continuano e la maggior parte delle aspettative iniziali sono state deluse. L’unico vantaggio, se così si può chiamare, introdotto da Maroni è la possibilità di poter agire in modo più severo nei confronti dei tifosi provvisti di tessera se colti in flagrante. E a dir la verità, anche questo aspetto desta sospetti. Perché mai deve esserci differenza di trattamento tra un tifoso con la tessera ed uno senza? Cosa cambia se lo stesso atto è commesso da chi è inserito nei registri statali e chi no? Non si rischia di punire più la categoria che l’atto violento in sé? In estrema sintesi l’unica cosa che è cambiata da quando è entrata in vigore questa legge è il numero di supporter al seguito delle squadre. Molti tifosi rinunciano ad andare allo stadio pur di non percorrere il lungo e farraginoso iter burocratico che li dovrebbe accompagnare dall’atto della sottoscrizione della tessera, passando per l’acquisto dei biglietti, fino i controlli avanti ai tornelli degli stadi. E così assistiamo a match con 1 solo tifoso a sostenere la squadra in trasferta. Un toccasana per pay-tv e centri scommesse. Forse era proprio questa l’idea; meno tifosi = meno problemi e qualcuno pronto a trarre vantaggio. Peccato che senza i tifosi non esisterebbero la passione e l’amore, valori che da sempre hanno contraddistinto lo sport. |