TORINO – Assolti in appello per non aver commesso il fatto due sostenitori del Lecce. La vicenda riguarda una trasferta a Torino del 31 agosto 2008. M. V., 29enne, e G. M., 26enne, entrambi di Muro Leccese, erano stati gli unici due giovani condannati su nove imputati (uno aveva patteggiato, altri sei erano stati assolti), nel processo di primo grado scaturito dalle indagini della questura torinese, per alcune schermaglie fra la tifoseria giallorossa e quella granata. Il 13 luglio 2011 i due giovani erano comunque stati già assolti dall’accusa principale, quella di porto di oggetti atti a offendere, ma si erano visti condannare alla pena di otto mesi di reclusione per aver travisato i volti con una felpa al momento del loro arrivo nell'area prefiltraggio dello stadio. L’avvocato Sergio Santese, che difendeva entrambi, ha presentato ricorso davanti alla prima sezione penale della Corte d'appello di Torino, fondandolo sul fatto che non vi sarebbe alcuna prova oggettiva del loro travisamento. Di fatto, la prima sentenza si sarebbe basata su un’errata interpretazione della testimonianza del funzionario della Digos quel giorno presente davanti allo stadio. I due giovani tifosi, in sostanza, non furono identificati compiutamente dopo essere scesi dal pullman con il quale erano giunti nel capoluogo piemontese, ma a loro si sarebbe arrivati “per comparazione”, dopo estrapolazione delle immagini dell’impianto a circuito chiuso dello stadio. L’avvocato Santese ha obiettato che nella mancanza di precedenti immagini dei due giovani ed essendo in un secondo momento diversi gli ultras con i volti travisati davanti allo stadio, era impossibile stabilire con certezza l’identità di chi avesse il volto coperto. Nel caso di M. V., poi, la questione paradossale è che ha un fratello gemello omozigote, G., presente quel giorno allo stadio, a sua volta imputato e assolto in primo grado da tutte le accuse. Tutte circostanze, secondo il legale, che insinuano un ragionevole dubbio sugli autori del travisamento. I giudici hanno ritenuto fondato l’appello. I tifosi salentini furono fermati dopo la gara Torino-Lecce della stagione di serie A 2008-2009 dalla Digos del capoluogo piemontese, poiché presunti responsabili di alcuni scontri con i sostenitori granata prima della partita e autori di un lancio di petardi durante la gara all'interno dello stadio Olimpico. Un gruppo di tifosi del Lecce, a bordo di due minibus, dopo aver eluso il servizio di scorta predisposto all'imbocco della tangenziale Torino Nord (uscita Trofarello), sarebbe entrato in città, in direzione dello stadio, percorrendo corso Giovanni Agnelli. Ma all'altezza di corso Sebastopoli, accortisi della presenza dei tifosi del Torino, gruppi che probabilmente facevano capo agli Ultras Granata della Curva Maratona, fermi lì, in attesa di accedere all'interno dell'impianto sportivo, avrebbero aperto le porte dei mezzi. Dal furgone nero, secondo la Digos, sarebbero stati esplosi alcuni petardi. E così, dalla piazza D'Armi, che sorge nelle vicinanze, alcuni granata si sarebbero staccati dal proprio gruppo, rispondendo a loro volta con cori e tentando di raggiunge i salentini per un contatto fisico. Mentre i furgoni procedevano a velocità ridotta inseguiti dai tifosi del Torino, intervennero gli agenti della Digos, intimando ai granata di fermarsi. Tuttavia, un tifoso del Torino sarebbe riuscito a raggiungere i giallorossi, lanciando un oggetto contro il vetro posteriore di un minibus, infrangendolo. La situazione, a quel punto, avrebbe rischiato di degenerare e solo l’intervento della polizia avrebbe evitato il peggio. Ripresa la corsa verso il settore ospiti dello stadio, gli occupanti dei mezzi, scesi, si sarebbero confusi con altri sostenitori salentini, già presenti in zona. |